venerdì 1 maggio 2009

Non è giusto mollare,lo dobbiamo alla nostra città!!

Inutile spiegare la nostra situazione ora, dopo quel dannato 6 aprile alle 3.42, la condizione nostra, le giocatrici del Calcio a 5 Femminile L’Aquila è quella di tutti gli aquilani, come noi, sopravvissuti al terremoto. Se ne parla in continuazione in tv, sui giornali e dappertutto, da un lato non ce la faccio più neanche io a sentirne parlare, pure se direttamente coinvolta, da un altro ho paura che tutto questo interesse finisca e che ci ritroveremo soli, con i nostri guai e le nostre paure. Da quel giorno tutte noi ci siamo viste crollare davanti agli occhi in pochi secondi, dicono 22, la nostra città e molte di quelle che erano le nostre abitudini, le nostre vite, le nostre certezze. Ora quello che mi dà sicurezza per assurdo è il rumore di un elicottero che vola tutte le notti sulla tenda mentre mi addormento o le luci dei lampeggianti delle sirene che la notte passano qui davanti per tener lontani gli sciacalli. Non mi fanno sentire sola, o forse mi fanno sentire un po’ protetta… Dopo più di 20 giorni dal terremoto si parla meno di vittime, troppe, troppi giovani, troppi amici ci hanno lasciato, si inizia a parlare di rinascita e di andare avanti e per questo ho deciso di riprendere a scrivere sul nostro blog, per andare avanti, per ricominciare proprio da lì dove abbiamo finito un’esperienza, una parte della nostra vita, il 5 aprile. Il 5 aprile è stata per noi una giornata importante, un vero e proprio giorno di gioia, in cui ci siamo prese una gran bella soddisfazione. Dopo una stagione a sgambettare sui campi di calcio a 5 abruzzesi ce l’abbiamo fatta e abbiamo confermato, a fatica, il primo posto in classifica. Abbiamo vinto il nostro campionato di serie D, battendo per 3-2 in casa, sul nostro campo di Centi Colella, ora adibito a campo di accoglienza per circa 100 persone (compito sicuramente più nobile!) le temutissime ragazze del Celano. Abbiamo passato poi un pomeriggio assolato,strano per il clima aquilano, al Parco del sole tutte insieme per festeggiare la vittoria, siamo state bene davvero e a me ancora oggi sembra un miracolo che ci siamo ancora tutte, tutte sane e salve. Non sono una grande fedele, del resto la domenica preferisco andare a giocare più che andare a messa, ma non smetterò mai di ringraziare Dio per questo immenso favore che ci ha fatto. Quel giorno ci sentivamo le regine del mondo forse, io non lo so quanto è stata grande la gioia provata in quel campo al triplice fischio dell’arbitro, forse pari solo all’angoscia provata il giorno dopo a vederci tutta quella gente spaventata e infreddolita in un mare di brandine, una accanto all’altra vecchi, bambini, uomini e donne tutti lì…con la stessa paura negli occhi che ci accomuna tutti. Sicuramente, se non lo avessimo saputo già prima, l’avremmo capito ora dopo del 6 aprile, che non sono queste le cose importanti della vita, un campionato di calcio a 5 non conta nulla, ma penso che per riprenderci le nostre vite, per riprendere a ricostruire L’Aquila e a far tornare la nostra città quello che era bisogna ripartire anche dalle cose piccole e frivole. Alle ricostruzioni, all’antimafia, ai processi ai costruttori, ci penseranno altre persone competenti al momento adatto. Noi credo che nel nostro piccolo dobbiamo portare avanti la nostra città e il nome di L’Aquila nel nostro campo…J quello di calcio a 5 e riprendere da dove abbiamo lasciato aspettando una nuova stagione per giocare e portare in serie C la nostra città…non succedeva dal 1998 credo!!!